Immagina di avere una tastiera con soli 4 tasti (ACGT) e di poter comporre parole di massimo 3 lettere, potreste scrivere qualcosa di interessante e/o comprensibile? Se credi di no… beh, sappi che da centinaia di milioni di anni la vita sulla terra funziona esattamente in questo modo.
Chiaramente questo apre degli scenari interessanti perché se in natura possiamo produrre una ventina di amminoacidi, aggiungendo queste due lettere (chiamiamole anche X e Y, che poi è anche il nome che effettivamente è stato scelto) potremmo arrivare ad oltre 170 amminoacidi, quindi produrre peptidi e proteine molto diverse… ovviamente si ipotizzano anche dei farmaci specifici.
Che alcune cellule ingegnerizzate – e opportunamente nutrite*** con substrati contenenti X e Y – potessero incorporare nel loro profilo genetico queste basi e trasmetterle ai discendenti si sapeva dal 2014. Più che l’articolo di riferimento (pubblicato su Nature e che comunque trovate qui, ma non è open access), credo sia interessante questo pezzo su Wired.com in cui si descrivono appunto le varie possibilità di sviluppo.
Gli step successivi erano di capire appunto se era possibile produrre dell’RNA e quindi poi tradurre questa informazione in proteine.
Per comprendere meglio questa questione e vedere l’autore Frid Romesberg all’opera consiglio questo illuminante video di TedMed.
E’ invece di novembre l’ultima pubblicazione su Nature che conferma che il gruppo ha lavorato quasi 20 anni non invano: e cioè che le cellule modificate di E. coli possono non solo conservare le informazioni nel DNA ma tradurle in amminoacidi, risultando quindi in un organismo semi sintetico che potrà servire come piattaforma per la creazione di nuovi forme di vita e funzioni.